Un attimo…
…solo per un attimo guardami morire sul mio letto, osservando la peste far sfiorire la mia vita, troppo breve perché si raccontino di me imprese e successi…
…solo per un attimo immagina il principe che avrei potuto essere, ricco, potente, adulato e desiderato…
…fissa in un batter di ciglia i miei occhi che lentamente si velano lasciandomi solo il buio come unico compagno, lontano da quanti, parenti e amici sinceri o meno, hanno riempito i miei anni da nobile…
…e ora va… scusa se ti ho distolto dai tuoi impegni proprio in quell’attimo…
…in cui il mio breve cammino terreno è diventato vita eterna…
…la mia rinuncia ai successi del mondo è diventata felicità infinita…
…la solitudine buia della morte si è trasformata nella luce abbagliante della comunione d’Amore del Paradiso…
…a volte solo un attimo fra i miliardi che viviamo ci fa riflettere sul senso della vita…
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Luigi, della nobile famiglia dei Gonzaga, legata alle più potenti famiglie europee del tempo, era destinato a divenire, dopo il padre, Marchese di Castiglione delle Stiviere (oggi in provincia di Mantova).
Morì invece a 23 anni, contagiato dalla peste di cui si era ammalato aiutando i malati che, a Roma, erano lasciati morire per strada.
Luigi aveva abbandonato il destino che, secondo il padre e la mentalità e le abitudini e lo stile e la normalità del suo tempo e del suo mondo, avrebbe dovuto subire. Sceglie invece di seguire il Signore Gesù chiedendo di diventare gesuita, sognando di andare in missione nel lontano Oriente (l’India, la Cina, il Giappone).
Luigi è esempio di libertà di spirito, di ricerca interiore, di fede che non si ferma alle abitudini e a ciò che è consolidato, di intelligenza che vuole capire quale scelta è bene compiere ed è bella da seguire perché la propria vita sia davvero “vivere con il Signore”.
Perché non ha fatto il “buon cristiano” governando da marchese il popolo a Lui affidato?
Perché diventò gesuita invece di puntare a una brillante carriera ecclesiastica?
Perché andare incontro a contagio e morte certa per aiutare i malati, rinunciando a un futuro da missionario che converte tanti non cristiani?
Perché come Pietro il pescatore, Francesco giovane carismatico d’Assisi, Maria Schininà nobildonna ragusana, Chiara Corbella (1984-2012) sposa e mamma, e tanti altri, anche Luigi Gonzaga si è fidato di Chi, Crocifisso e Risorto per amore, gli ha teso la mano e gli ha detto: “Seguimi!”.
don Luca
Cosa resterà di questi giorni? Cosa rimarrà del disagio, del doversi reinventare, dell'impegno messo per gestire una situazione nuova senza restarne negativamente segnati? Chi ricorda ancora il silenzio (a parte i commentatori di Rai Uno) in cui i nostri cuori hanno risuonato all'unisono con quello del papa, facendosi largo tra il ticchettio della pioggia e le ambulanze di Roma, di Bergamo, di ogni angolo del mondo segnato da una tragedia? Chi di noi sta cercando di iniziare una nuova fase di vita, e non una transitoria verso il passato fase due, tre, quattro? Mi inizio a porre queste domande, scusate se sento il dovere di condividerle con voi. Vi auguro davvero di scoprire come silenzio, impegno, fatica, preoccupazione ci hanno migliorati. Vi auguro di non tornare come prima. Vi auguro uno sguardo diverso, su voi e chi e ciò che vi circonda. La vita è un dono imperscrutabile. Non ne siamo padroni. Alle 19, celebrerò la Santa Messa proprio per questo, per dire a me stesso che una Parola che non è legata totalmente alle logiche della Storia può solo farmi bene, per ricordarmi che un Cibo che non è fatto solo di ciò che deperisce può nutrire ciò che in me non vuole deperire. Alle 19, sul mio profilo Facebook, su Youtube (consigliato, basta cliccare qui: https://youtu.be/GxjAilmqLHY). Domani abbiamo già un'occasione per verificare se in noi qualcosa è cambiato. Lascio parlare papa Francesco (Regina Coeli del 3 maggio): "E poiché la preghiera è un valore universale, ho accolto la proposta dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana affinché il prossimo 14 maggio i credenti di tutte le religioni si uniscano spiritualmente in una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia di coronavirus. Ricordatevi: il 14 maggio, tutti i credenti insieme, credenti di diverse tradizioni, per pregare, digiunare e fare opere di carità".
Qual è il proprio, lo specifico, l'essenziale, il centro della nostra vita? Siamo stati abituati a lavorare, a organizzare le vacanze, a sfruttare i giorni rossi del calendario per spezzare una routine che, in fondo, abbiamo scelto noi, a dare per scontato che parenti e amici siano sempre lì a nostra disposizione. Abbiamo dovuto fare a meno di tutto questo. Siamo ancora qui. Abbiamo dovuto trovare un altro centro, essere forti per noi e i nostri figli e riscoprire casa, famiglia, amici in modo diverso, facendo a meno di sabati sera, tradizioni culturali legate alla Pasqua, scampagnate di pasquetta, 25 aprile, 1 maggio. Facciamo un passo in più: se tutto quello che era centrale nella nostra vita è stato trasformato, chiediamoci allora chi siamo e cosa mettere davvero al centro. Attenzione agli autoinganni (il tanto noto: sarebbe bello, ma... se... però...). La bimba, in questo momento per me preferita un attimo in più nella preghiera, stamattina ha sorriso e la sua mamma ha dedicato il suo sorriso a tutti coloro che stiamo pregando per loro. Forse se ci immedesimiamo nei loro panni, potremo riflettere ancora meglio sull'essenziale. Potrebbe aiutarci la celebrazione dell'Eucarestia, alle 12, dal mio profilo Facebook e da Youtube (https://youtu.be/6h3u-0szksI).
È ora... di NON vedere la messa, ma di incontrare Gesù risorto nei segni del Suo amore (fratelli, Parola, Eucarestia).
È ora... di NON venire in chiesa per le cerimonie, ma di andare incontro a Gesù risorto che s'interessa di noi.
È ora... di NON sentire le letture, ma di scoprire cosa Gesù risorto mi suggerisce per ripensare la mia vita.
È ora... di NON pregare per vedere risolti i miei problemi, ma di affidare a Gesù risorto la mia vita unita a quella di ogni uomo e donna, miei fratelli.
È ora... di NON prendere la comunione, ma di sentire fame e sete della volontà misericordiosa di Dio per sfamarsi di Lui e con Lui.
Cos'è tutto questo? Lasciate perdere il nome e ricostruite nella vostra mente questi gesti nuovi. Ora, non quando sarà possibile.
Alle 19 ci proveremo a San Luigi. Possiamo essere fino a 35. Se qualcuno ha grosse difficoltà ad uscire (perché anziano, malato, ancora al lavoro, occupato a curare i suoi cari), può sempre provare a vivere in questo modo nuovo ciò che sarà trasmesso dal mio profilo Facebook e da Youtube (https://youtu.be/0SbDmG5NRuA). Vi aspetto!