Carissimi
Questa volta ho pensato di scrivervi una lettera....chilometrica per darvi un’idea un po’ più chiara del bene che stiamo facendo insieme, così scriverò tutte le pagine che vengono senza dover dininuirle per mancanza di spazio.
Intanto sento il dovere di ringraziarvi per il sostegno spirituale e non solo, che mi date.
La missione la facciamo insieme, solo il posto è diverso e io mi sento pienamente inserito nel programma missionario della nostra Diocesi di Ragusa a partire dagli anni del nostro Vescovo Pennisi di felice memoria, che diceva sempre: “Una Diocesi diventa missionaria non quando manda i soldi alle missioni ma quando manda missionari”. Da sempre quindi sento la responsabilità di rappresentare missionariamente la nostra Diocesi qui nel Congo e di farle onore nelle opere che abbiamo fatto da tanti anni insieme (e non sono poche) e che continuiamo a fare senza mai smettere di annunziare il Vangelo e mostrare al mondo il volto bello della Chiesa.
Noi Missionari, secondo i bisogni, siamo spostati di qua e di là perchè non possiamo attaccarci neanche alle opere che facciamo come se fossero le nostre. Per fare il bene, e farlo bene e in modo duraturo, dobbiamo farlo insieme come Chiesa e mai come opera personale.
Non c’è da meravigliarsi allora se prima avevo lavorato molti anni nella missione di Walungu con oltre 150000 abitanti, se poi ho dovuto fare l’amministratore della Diocesi di Bukavu nei momenti più difficili della nostra storia, prima,durante e dopo la guerra. Ultimamente ero impegnato nella formazione dei giovani congolesi che si preparano a diventare missionari saveriani e adesso, a causa di una certa esperienza che non tutti hanno, mi hanno chiamato a fare l’amministratore dei Saveriani nel Congo. Ho dovuto quindi lasciare la zona di Panzi dove avevamo fatto insieme la scuola di Mushununu dando a tutti i bambini il pasto giornaliero.
Da quando sono impegnato in questo nuovo lavoro di amministratore economo dei Saveriani mi trovo nella Città di Bukavu e non più nella periferia e ho dovuto organizzarmi in modo diverso essendo quasi sempre in ufficio ad accogliere altri e a risolvere problemi. Questo non mi impedisce di trovare il tempo per altre attività come l’insegnamento della teologia liturgica, ritiri, esercizi spirituali e soprattutto continuare a farmi “prossimo” a quei fratelli che si trovano nelle situazioni difficili o disumane, e che qui non mancano mai. Quando ero a Salerno una ragazza che partecipava agli incontri dei giovani mi aveva dato una stoffa con la scritta: Tieni le mie mani occupate a servire i miei fratelli”. Questa frase l’ho messa in un quadro e mi sta accompagnando dovunque vada aiutandomi a vedere sul volto di tutti l’immagine del Cristo.
Quando ero a Panzi mi occupavo della formazione dei nostri giovani e anche dei problemi della scuola che avevamo costruito a Mushununu, adesso lo sguardo si è allargato e così senza trascurare le attività precedenti soprattutto della scuola di Panzi, mi trovo a contatto con altre realtà che ci interpellano pure e chiedono risposte.
Ecco che ve le presento tutte, perchè possano diventare oggetto delle vostre preghiere quando pensate a noi.
1)- Scuola à Mushununu:
Le costruzioni della scuola elementare(15 aule+uffici e una sala incontri) e della scuola Materna (4 aule+ufficio+sala giochi) sono finite. Nella scuola materna abbiamo 145 alunni tra i 3 anni e i 5 anni, vispi intelligenti e bravi. Nella scuola elementare sono oltre 900 ed è una grande gioia vedere studiare tanti bambini. Da quest’anno passato non abbiamo più dato il pranzetto a mezzogiorno per tanti problemi che ci sono stati soprattutto il fatto che quest’anno la scuola non è stata gestita da una suora ma da un laico essendo la suora direttrice partita avendo creato non pochi problemi. Il padre che mi ha sostituito nel lavoro di formazione non se l’è sentito di continuare perchè non è facile fare arrivare camions di riso o farina o fagioli e poi farli preparare dalle mamme per tanti bambini... senza le strutture necessarie con la legna da comprare continuamente... e quindi è stato interrotto. Quest’anno le suore hanno ripreso la scuola e si vedrà insieme a loro come fare. Sr Virginie si occupa della scuola materna, Sr Bernadette della scuola elementare e Sr Celestina della scuola superiore. Sono tutte giovani e piene di entusiasmo e sono certo che con loro possiamo continuare a fare della scuola di Mushununu una scuola “modello”. Se non possiamo dare il pranzo ogni giorno perchè è diventato molto difficile e non ci sono più le possibilità a causa del numero elevato dei bambini, daremo almeno ai più piccoli la bouillie di masoso che è molto nutriente. Per tutti daremo un aiuto per la retta scolastica senza sostituire lo sforzo dei genitori che è pure necessario e a un gran numero di bambini, i più poveri, come tutti gli anni, paghiamo la totalità della retta scolastica perchè non abbandonino mai la scuola. In questo i genitori sono molto contenti perchè respirano un po’. Facendo così abbiamo evitato che tanti bambini interrompano gli studi per mancanza di soldi. Quest’idea mi era venuta dopo aver constatato che certi bambini lasciavano la scuola. Un insegnante mi teneva sempre al corrente di quello che succedeva a scuola soprattutto per i bambini. E’ interessante la storiella di Grace una bimbetta di 10 anni. Spesso i bambini lasciano la scuola perchè i genitori ritornano nei loro villaggi di provenienza se c’è un po’ di pace, ma spesso abbandonano la scuola per incapacità a pagare la retta scolastica.
Tramite l’insegnante avevo saputo che una bambina di nome Grâce (orfana) aveva lasciato la scuola perchè anche il poco che suo nonno doveva pagare non era riuscito a pagarlo e io non ero stato informato e avevano ritirato la bambina dalla scuola.
L’avevo fatta chiamare e l’insegnante l’aveva portata da me a piedi quasi 15 km. Era stanca morta pensavo che fosse stanca per il viaggio...ma loro fanno km senza problemi! Le avevo chiesto cosa aveva mangiato al mattino, e risponde akuna! Che significa niente! Allora chiedo subito “e ieri sera?” e mi risponde ancora “akuna”.
Allora è intervenuto l’insegnante per spiegarmi che il nonno non è ben organizzato e i bambini soffrono un po’.... Era venuta a trovarmi con il fratellino più piccolo nella stessa situazione. Li ho fatto subito mangiare. Ho chiesto al Direttore se poteva ancora riiscriverla nella nostra scuola, e ha subito accettato, abbiamo pagato per lei e il fratellino quello che non avevano ancora pagato... e a chiusura dell’anno scolastico è stata tra le prime nella riuscita.
Quest’anno passato è stato anche il primo anno di scuola superiore, la prima media. Con l’aiuto generoso di un sacerdote di Ragusa abbiamo potuto costruire 4 aule per la scuola media: due prime e due seconde. Adesso la 4 aule sono già piene perchè abbiamo già cominciato le seconde medie.
Il problema sarà quello di trovare fondi per construire altre 8 aule per la sezione
Pedagogica (quattro aule) e la sezione sociale(altre 4) oltre gli uffici e una sala per professori.. Sono già in contatto con una organizzazione spagnola Manos Unidas (che è come la Caritas) che probabilmente ci aiuterà nelle costruzioni ma non siamo ancora sicuri. Per potere continuare, in ogni caso, dobbiamo costruire altre due aule per la terza Pedagica e la terza per assistente sociale (questo è un settore nuovo). Speriamo nella Provvidenza.
Vicino alla scuola abbiamo pure costruito un ambulatorio sanitario per gli ammalati della zona ma soprattutto per gli alunni cercando di organizzare oltre che la cura anche la prevenzione dalle malattie con delle visite ai bambini organizzate nelle aule..
E’ possibile che certi bambini adottati non siano più a scuola perchè ritornati nelle loro zone di origine, oppure perchè i genitori si sono ancora spostati altrove. Noi abbiamo sempre sostenuto che l’immagine del bambino è simbolica di tutti i bambini che sono nella scuola e la grandissima maggioranza non sono adottati da nessuno ma noi aiutiamo tutti, perchè non possiamo fare differenze. Con le suore direttrici attuali c’è molta collaborazione e quindi se qualcuno desidera avere notizie sul bambino e se è partito altrove, avere la foto di qualcuno altro sarà possibile. Ma ripetiamo che il bambino rappresenta tutti i bambini che aiutiamo.
2) Scuola E.P. Ihasi L’aiuto a questa scuola l’abbiamo cominciato a partire da l’anno scorso. Ihasi è un villaggio a 30 km da Bukavu sulla strada verso il sud, verso il lago Tanganika ecc. Ho visto la povertà della gente e la precarietà della scuola. Quando una scuola non ha alunni non può funzionare perchè sono gli alunni che pagano con le loro rette scolastiche i maestri. In questa scuola ci sono appena 200 alunni e quindi la scuola non era in grado di mantenere i maestri. Un maestro guadagna solo 15$ quando a Mushununu da noi, ne guadagna oltre 140$
Così ho cominciato ad aiutare anche loro a pagare la retta scolastica. L’anno scorso per tutti i bambini di questa scuola ho aiutato i genitori a pagare la metà della retta scolastica.in modo che almeno tutti i bambini iscritti non abbandonino la scuola durante l’anno. Il nostro apporto è stato provvidenziale e i maestri con una delegazione di genitori sono venuti a ringraziare. Non solo i bambini che erano a scuola non sono partiti, ma anche molti altri sono ritornati e quest’anno i bambini sono già 350. E’ un sollievo per i maestri e soprattutto per i genitori. Quest’anno continuiamo a fare la stessa cosa. Durante tutto l’anno la spesa ammonterà più o meno a 5000 $.
Nelle campagne e nelle periferie della città la povertà è grande, in città la situazione di degrado è generalizzata ma in certi posti quello che si vede è solo impensabile.
Con l’aiuto di alcune suore congolesi e di alcuni giovani sto facendo una grande opera umanitaria presso tanti poveri che non pensavo ce ne fossero così tanti in città. Vi dico in breve in quali settori ci stiamo impegnando soprattutto:
3) Quartiere Keredi Si tratta di un quartiere povero in una zona ricca della città. L’anno scorso ho dato la bouillie 3 volte la settimana. Quest’anno dobbiamo costruire un hangar in un altro posto (quello di l’anno scorso è crollato a causa dell’erosione) e continuare a fare alfabetizzazione e dare anche un po da mangiare.
Con l’aiuto di una suora congolose qui ho dato quasi ogni giorno la bouillie (le tre farine di mais,sorgo e soja con zucchero) nella scuola elementare di Keredi. I ragazzi sono più di 500.
4) Camp TP (Travaux Publics) e Camp SNCZ Si tratta di due posti abbandonati dalle Società (Office des routes) per riparare le strade e (SNCZ) del commercio nazionale che sono diventati posto di alloggio per le famiglie dei militari e dei poliziotti. Il degrado è assoluto e i bambini sono le vittime innocenti. Alloggiano sotto le tende sporche, lacere e rattoppate. In due metri quadrati trovi famiglie di 10 figli, tutti ammassati l’uno vicino all’altro.....senza distinzione di sessi e nessuna intimità matrimoniale.... Noi non abbiamo voluto cercare i colpevoli di tali situazioni ma abbiamo pensato di intervenire in qualche modo e potere mostrare a tutti quei bambini che tramite noi il Signore li ama e che si occupa pure di loro. Non vi nascondo che è difficile lavorare con i militari. Tu li aiuti e loro ti rubano tutto! Non puoi mai lasciare una cosa in disparte perchè sparisce subito e non sempre la farina o lo zuccero che diamo va a buon porto. Abbiamo avuto qualche intoppo, ma pian piano ci stiamo riuscendo. Quest’anno abbiamo costruito una...specie di capannone per raggruppare i bambini soprattutto i più piccoli. Una maestra li intrattiene e dà anche a loro da mangiare la pappetta delle tre farine famose. Per i bambini in età scolare stiamo organizzando una specie di scuola privata pagando i maestri ma facendo scrivere i nomi dei bambini in una direzione scolastica riconosciuta. Stiamo studiando le modalità.
5) Tumaini ni uzima ( La speranza fa vivere). Questa è una casa di accoglienza per ragazze uscite o salvate dalla prostituzione minorile. Abbiamo accolto 17 ragazze, di cui 15 con bambino. Alcune mamme cristiane le seguono e le aiutano. Bisogna dare loro sicurezza e fiducia nella vita. Quelle che possono andare a scuole (quasi tutte) le mandiamo a scuola e paghiamo per loro. Si insegna loro a cucire; abbiamo 10 macchine da cucire. Si dà da mangiare e da vestire a tutti. Per vivere fabbricano un po’ di sapone, ma ovviamente non è sufficiente. La polizia statale per la protezione dei minori spesso ci manda l’uno o l’altro bambino da tenere in attesa di affidamento, ma spesso resta a lungo e lo Stato non dà nulla per sostenerlo, questo era scontato!.
Prima se ne occupava un mio confratello saveriano che è dovuto partire per il Canadà e così me ne occupo io.
6) Afia ni haki (La salute è un diritto).
Non c’è niente di peggio del vedere una mamma che ha il figlio malato e non ha la possibilità di farlo curare e vederselo morire tra le braccia. A Panzi aiutavamo molta gente mandandoli nel dispensario fatto da noi e pagando ogni mese le fatture delle cure mediche. Oltre questo sistema che continuo ad utilizzare quando è possibile, ne abbiamo un altro: è l’utilizzo delle piante medicinali per curare la gente gratuitamente.
Abbiamo organizzato un gruppo di volontari: un medico di medicina moderna, un erborista e altri pratici in medicina tradizionale, per cercare le erbe e curare le malattie. Questo sistema esiste da sempre ma la povera gente non può curarsi perchè costa molto di più. Quelli che conoscono le erbe e curano le malattie le tengono come un grande segreto per curare e guadagnare. Il nostro centro Afia ni haki (la salute è un diritto) cura tutti gratuitamente e insegna anche ad utilizzare le erbe. Si agisce con molta attenzione ed ecco perchè abbiamo anche un medico e se ci sono malattie che non si possono curare o che domandano operazioni, si mandano all’ospedale. Ma abbiamo potuto aiutare già molta gente. Un piccolo esempio: una donna che avevo conosciuto piccola quando ero a Walungu era venuta a trovarmi con la sua ultima figlioletta di 11 anni malata di epilessia. Chi la curava chiedeva molti soldi e per questo era venuta a cercarmi. Nel nostro centro la curano gratuitamente e se prima aveva la crisi 3 volte la settimana, è già da alcuni mesi che non cade più. La gente ha diritto alla salute e non solo chi può pagare.
Qui quello che paghiamo è l’affitto di una casa che è utilizzata con molta semplicità e senza propaganda per questo centro ed anche per la scuola di recupero.
7) Scuola di recupero
Molti giovani studiano con grandi sacrifici di loro e dei loro genitori e, a volte, agli esami di stato non riescono a passare. La corruzione è uno dei sistemi più efficaci di riuscita.
Per avere il diploma bisogna allora ripresentarsi da autodidatta e questo costa molto di più di quello che si doveva pagare a scuola. Molti giovani, soprattutto ragazze, non continuano e non avendo avuto il diploma perdono tutti i sacrifici fatti fino a quel giorno e soprattutto vedono la vita come un fallimento.
Ecco che allora noi saveriani abbiamo inventato una scuola di recupero per i giovani (soprattutto ragazze) che non hanno avuto la fortuna di prendere il diploma di Stato.
Un gruppo di professori della migliore scuola di Bukavu che è quella dei Gesuiti dove si paga molto, rendono il servizio di insegnare a questi giovani gratuitamente tutte le materie per presentarsi da autodidatta. Anche tutto questo si fa senza propaganda per evitare di avere centinaia di giovani che non sappiamo dove mettere. Ogni anno ne accogliamo una 40ntina. L’esperienza è buona perchè parecchi di questi giovani alla fine dell’anno, si ritrovano con il loro diploma e soprattutto non vedono sfumati tutti i loro sacrifici.
Tutti i giorni da me arrivano persone bisognose e in un modo o in un altro cerchiamo di dare una risposta positiva, facendo attenzione a quelli che fanno della mendicità il loro mestiere.
Una signora che abbiamo salvato da morte sicura avendola aiutata per le spese di operazione in ospedale, mi aveva detto un giorno: “Se tu non fossi stato là, io sarei già morta”. Questa frase mi è apparsa subito come quella di Marta a Gesù: “Se tu fossi stato là, mio fratello non sarebbe morto”. Pensiamo veramente che la nostra presenza è segno della presenza di Cristo che continua a fare il bene a tutti per i villaggi e le città del mondo.
Vi ringrazio ancora per la fiducia che avete in me e prego il Signore che possa ricolmarvi di tutti i beni spirituali e materiali di cui avete bisogno. Ciao
P. Amato Sebastiano