Come parrocchia di San Luigi da circa un mese abbiamo accolto Rita, una giovane vedova nigeriana, e i suoi due figli, Destiny di 7 anni e Daniel ormai di quasi 8 mesi. Perché lo stiamo facendo? Dobbiamo sentirci migliori degli altri? Da oggi potremmo leggere sul nostro sito delle brevi riflessioni di Papa Francesco che ci ricordano come è il Signore che ci chiede di accogliere l'altro, e ci aiuteranno a non farci prendere dalla voglia di fare, anche se questo fare significa aiutare qualcuno. Con queste parole del papa vorremmo sempre recuperare il senso di quello che facciamo e permettere al nostro cuore di non inaridirsi nel semplice fare. Buona lettura e spero che possiamo sempre essere rinnovati dal Vangelo e dal papa che ce lo propone costantemente.
Ogni persona appartiene all'umanità e condivide la speranza di un futuro migliore con l'intera famiglia dei popoli.
Messaggio, 5.VIII.2013
I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall'ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, che equamente dovrebbero essere divise tra tutti. Non è forse desiderio di ciascuno quello di migliorare le proprie condizioni di vita e ottenere un onesto e legittimo benessere da condividere con i propri cari?
Messaggio, 12.IX.2015
Cari amici vorrei invitare tutti a cogliere negli occhi e nel cuore dei rifugiati e delle persone forzatamente sradicate anche la luce della speranza. Speranza che si esprime nelle aspettative per il futuro, nella voglia di relazioni d'amicizia, nel desiderio di partecipare alla societa' che li accoglie, ance mediante l'apprendimento della lingua, l'accesso al lavoro e l'istruzione per i piu' piccoli. Ammiro il coraggio di chi spera di poter gradualmente riprendere la vita normale, in attesa che la gioia e l'amore tornino a rallegrare la sua esistenza. Tutti possiamo e dobbiamo alimentare questa speranza!
Discorso,24.V.2013
E' tragico l'aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c'e' una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle e' un segno della perdita di quel senso di responsabilita' per i nostri simili su cui si fonda ogni societa' civile.
Laudato si', 25